(Foto di Ulrike Mai da Pixabay)
Testo tratto dal sito: State of Mind
“Una recente ricerca della University of East Anglia ha messo in evidenza come la possibilità che un bambino sviluppi o meno un Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD), a seguito di un evento traumatico, possa dipendere dal modo in cui il bambino pensa e giudica la sua reazione all’evento traumatico. In altre parole, sembra che ci siano maggiori rischi di sviluppare un PTSD nel momento in cui si pensa di avere difficoltà nel processare il trauma e si percepiscono i sintomi come segno di qualcosa di assolutamente sbagliato.
I sintomi tipici del PTSD possono rappresentare una reazione comune al trauma nei bambini e negli adolescenti: memorie intrusive, incubi e flashbacks. Proprio perché considerati come una reazione normale al trauma, i professionisti della salute mentale non forniscono una diagnosi di PTSD se tali sintomi perdurano nel primo mese dopo il trauma.
I ricercatori della University of East Anglia hanno dunque voluto indagare perché, in alcuni bambini, i sintomi conseguenti ad un trauma svaniscono anche senza trattamento mentre altri bambini continuano a sperimentare problemi persistenti […]
Il presente studio evidenzia come la ruminazione, il focalizzarsi sul trauma e il prestare attenzione alle proprie reazioni e ai propri sintomi siano fattori di vulnerabilità per il PTSD. “
Per saperne di più sullo studio “Disturbo da Stress Post Traumatico e Bambini”: State of Mind
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