di Daniela Galletta
Opero nell’Istituzione Scolastica da più di trent’anni, ho insegnato in tutti gli Ordini di Scuola, ma da più di venticinque rivolgo le mie attenzioni educative a ragazzi tra i 14 e i 19 anni, i tanto citati adolescenti. In questo lungo lasso di tempo la situazione educativa giovanile ha subìto dei significativi mutamenti, non tanto a livello di competenze e abilità, ma soprattutto sotto il profilo emotivo-affettivo.
Insegnare: fare educazione
“Fare Educazione” mi ha sempre affascinato, in particolare per l’alchimia del rapporto instaurato tra i protagonisti coinvolti:
- l’attenzione all’ascolto e alla necessità dei ragazzi
- la cura nel ricercare una relazione d’empatia affettiva reale
- il saper esercitare autorevolezza e non autorità nei loro confronti
- saper dare chiare indicazioni comportamentali
- il saper pretendere con coerenza, serietà, rispetto, correttezza verbale, mettendo comunque sempre in luce i talenti, senza denigrare le asperità del carattere e le intemperanze dell’età
Tutto ciò ha caratterizzato negli anni il mio essere insegnante, non solo come promotrice di cultura, ma soprattutto come educatrice in grado di condividere un patto educativo esclusivo, che nessuna professione privilegia.
Insegnare: il ruolo di mediazione
Esercitare il ruolo di mediazione tra i bisogni più complessi degli studenti e le risorse professionali, sviluppare la loro forma di intelligenza, come pure la dimensione emotiva, affettiva, etica e valoriale, sono compiti impegnativi, che molti docenti assolvono con non poche difficoltà.
I problemi degli adolescenti, che ogni giorno, infatti, tocchiamo con mano, non sono solo quelli legati alla sfera affettivo-sessuale; l’alcol, la droga, i disturbi dell’alimentazione, il bullismo, la depressione, l’abuso e la dipendenza dai social, rappresentano per loro una fuga, una scorciatoia oltre che una evidente richiesta di aiuto, per sopperire al grave vuoto educativo, alla disorientante mancanza di regole e alla solitudine educativa profonda, a cui il mondo adulto, comprese le figure genitoriali, li ha purtroppo abituati.
Dai loro sguardi quotidiani è possibile cogliere il recente vissuto, le gioie, le tristezze, le tensioni familiari che travagliano la loro serenità. Sembrano spesso avvolti in una torpore fisico ed intellettuale che li paralizza, impedendo il passaggio di qualsiasi messaggio culturale o formativo.
Insegnare: il contatto con adolescenti senza maschere
A Scuola li vediamo per quello che sono, senza le maschere tipicamente adolescenziali che indossano in famiglia. Sembrano freddi, distaccati, insofferenti, lontani dalla dimensione adulta, ma non appena percepiscono una qualsiasi attenzione educativa, si apre un mondo relazionale meraviglioso del quale non possiamo non far parte.
Sono spietati nei confronti del mondo degli adulti che, a loro parere, tende a giudicare, massificare, senza comprendere che il vero motivo del disagio giovanile sta nel mediocre esempio che ricevono dall’esterno. E’ indiscutibile che lo sfaldamento evidente dell’Istituzione “Famiglia” degli ultimi anni abbia contribuito a comunicare loro insicurezza, precarietà valoriale e scarso desiderio di progettualità.
Li abbiamo avviati sin dall’infanzia al senso di Facilità, con poche regole, scarso impegno, nessun sacrificio, tutto ottenuto in breve tempo, senza fatica, spianando le difficoltà, dimenticandoci che “Fare Educazione” è un prolungamento dell’atto generativo, è un dono, è una responsabilità morale.
I nostri ragazzi ci osservano criticamente, verificano la nostra coerenza e si aspettano messaggi chiari, che aiutino loro ad acquisire una coscienza retta e la capacità di affrontare la Vita con responsabilità, accettando, un domani, le gerarchie lavorative e conquistando con impegno e serietà la loro posizione. Solo con il tempo riescono ad intuire che la cultura della Facilità è un terribile imbroglio.
Insegnare: un progetto di rete
Il Progetto Rete Prospettiva Famiglia, che sono orgogliosa di promuovere e coordinare, nasce sette anni fa proprio con l’intento di creare sinergia tra le varie componenti educative, genitori, educatori e studenti. Esso cominciò a delinearsi alla fine del 2007, quando un gruppo di docenti, psicoterapeuti e medici sentirono l’ esigenza di organizzare alcune attività educativo-formative, in un’ottica ampia e profonda, con proposte che riguardassero l’intera istituzione “Famiglia” , e creando, nel contempo, il coinvolgimento di tutte le agenzie educative del territorio, come pure delle Istituzioni.
Venne ipotizzata quindi l’istituzione di una Rete ufficiale di collaborazione tra tutte le agenzie inizialmente della zona Est del Veronese.
In breve tempo si giunse alla costituzione ufficiale della Rete Prospettiva Famiglia, a cui lentamente molti Istituti comprensivi e superiori si unirono, con l’obiettivo di creare un punto di riferimento per tutte le associazioni presenti sul territorio, che avessero scopi sociali e/o culturali e di sviluppare sinergie operative; al suo interno è nato il Progetto della Scuola per Genitori ed Educatori, che continua a proporre validi momenti di riflessione, di crescita e formazione e che rappresenta il punto di convergenza di tutte le agenzie educative della Rete.
L’attività della Rete Prospettiva Famiglia
La nostra attività, di puro volontariato e – per Statuto – libera da vincoli di qualsiasi tipo, viene gestita nei ritagli di tempo da una equipe di professionisti, collaboratori e specialisti qualificati (psicologi, medici, primari ospedalieri, avvocati, professionisti, imprenditori) che, pure gratuitamente, sono a servizio delle molte famiglie aderenti alla Rete.
Con la convinzione che la Famiglia e la Scuola siano la sede di Educazione e Prevenzione primarie e che quest’ultima non possa ridursi ad essere una semplice “azienduola” dove si producono merci di consumo, continuiamo con impegno a creare percorsi di formazione per genitori, educatori e giovani, consapevoli che l’atto dell’Educare, che è esclusivamente una questione di cuore, richiede quattro requisiti fondamentali:
- la conoscenza delle dinamiche di crescita
- la competenza nei contenuti
- professionalità in termini di serietà, impegno e coerenza comportamentale
- forte motivazione, senso di attenzione agli altri e passione per il proprio lavoro
Prof.ssa Daniela Galletta – “La riflessione di un’insegnante: insegnare con autorità, autorevolezza e amore” – Progetto Rete Prospettiva Famiglia
Commenti recenti