Testo tratto dal sito: State of Mind
Il riassetto familiare
“Quando nella famiglia nasce un secondo figlio, si ha inevitabilmente la ridistribuzione dei ruoli per la mamma e il papà, con conseguente riassetto familiare. E l’altro figlio? […]
Il primogenito e inevitabilmente il secondogenito cercano un nuovo posto all’interno della famiglia. Entrambi si trovano nella condizione di accettarsi e condividersi. Infatti, è proprio dalla «condizione di possedere i medesimi genitori» che deriva la possibilità, per il bambino, di scorgere nel fratello, ora un complice, un alleato magnifico contro il mondo dei grandi, l’unico in grado di comprenderlo. Ora un contendente verso l’amore degli stessi, qualcuno che sottrae spazi, oggetti, cure e attenzioni (Scalisi, 1995 p. 21) […]
Indubbiamente le rivalità e conflitti possono crearsi all’interno del rapporto, ma la presenza di un fratello può essere anche una fonte di risorse ed è importante sottolinearne anche gli aspetti positivi. Spesso sottovalutato, è il ruolo, nella vita del “nuovo arrivato”, del fratello come rispecchiamento […]
Il fratello è il primo palcoscenico sociale: rappresenta il primo scenario sociale dove il bambino inizia a capire cosa significa condividere, gestire delle emozioni tanto intense, quanto la rabbia o l’invidia, e cosa vuol dire indossare i panni di un altro per sviluppare l’empatia. Il timore di essere diversi, vissuto durante l’infanzia o nell’adolescenza, si affievolisce con il passare degli anni.
La diversità che ci unisce
Non sempre il legame fraterno “può dividere”, anzi si potrebbe modificare quest’ultima affermazione in “la diversità che ci unisce”. L’originalità di questo rapporto nasce dalla condivisione di circa la metà del patrimonio genetico, da un comune background sociofamiliare e dall’intensità delle interazioni vissute dai protagonisti di questa relazione (Capodieci, 2003) […]
Quando i fratelli crescono, non sono più obbligati a ricoprire “quel ruolo”. Esaminando i rapporti di fratelli adulti si rivela che tali rapporti concedono più spazio per le scelte e le decisioni personali e che i rapporti fra i fratelli sono meno “obbligatori” di quelli con i genitori, gli sposi ed i bambini (rossi & rossi, 1990; scabini & cigoli, 1998). Ne risulta, quindi, che i fratelli adulti sono liberi di legare tra loro se vogliono. Stare insieme, infatti, è la grande conquista, ovvero il poter scegliere di condividere insieme il proprio presente e futuro. Questo significa incontrare il fratello oltre il ruolo di fratello.”
Per l’articolo completo “Il legame fraterno come fonte di sostegno” clicca sul sito: State of Mind
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